sabato 29 dicembre 2012

Il dono

Zia Anna, con la sua 'solita' capacità di cogliere l'essenza delle cose e di porgerla attraverso una incomparabile sintesi scrive:


Io non avrei saputo esprimere meglio di così il nostro desiderio di esservi utili, perchè nella condivisione c'è la giusta terapia per lenire il dolore, nella condivisione ci si aiuta a "guarire" VICENDEVOLMENTE.. Nella partecipazione si è veramente liberi...
Quanto sia cambiata la mia vita, la vita dei miei figli dopo la morte di Stefano, Dio solo lo sa...ma tantissime sono le cose positive che siamo riusciti a trarre da un evento così drammatico, quasi Stefano volesse sul serio creare un forte miglioramento nelle nostre vite...e ci sta riuscendo, giorno dopo giorno. E quello che più spero in assoluto è di essere capace di trasmettere questo miglioramento agli altri. Solo così lui non si sarà sacrificato invano...dal dolore nasce la guarigione. Solo così Stefano vivrà per sempre.

Antonella

Quando un sogno si avvera

Questo post è in onore di una vera amica di Stefano e mia...che ha tanto lottato e continua a lottare perchè il suo sogno si avveri.

Questo post è dedicato a tutti quelli che hanno ancora e nonostante tutto, la forza di credere nei propri sogni.

E' un invito, per chi ha perso la speranza, a risvegliarsi per ricominciare a lottare, a credere...a vivere.

http://www.facebook.com/v/4605763193650

venerdì 23 novembre 2012

A way of life




Dal film "L'ultimo Samurai".
Alcuni eventi succedono affinchè altri, ancora più grandi ed importanti possano accadere e compiersi ...








A way of life ... Remember me.

martedì 20 novembre 2012

Memorie di altri tempi

di Marina Pirani



Stefano…..
Non è facile fermare con quattro parole il ricordo che ho di lui. Stefano è Stefano, allegro, “caciarone”, simpatico, amico sincero, generoso e con un cuore grande quanto il mondo, “leggero” ma profondo, attento a tutto quello che gli girava intorno. Non gli sfuggiva nulla….. quando era piccolo, dovevamo stare attenti a parlare davanti a lui; apparentemente stava immerso nei suoi pensieri e invece era lì che ascoltava tutto ed elaborava quello che vedeva e sentiva a suo modo….. e molto spesso tutto questo finiva nei suoi temi a scuola!!!  La fantasia di Stefano ha dato vita a temi che letti ancora oggi hanno il potere di far morire dalle risate….”camminando per le vie delle boscaglie, vidi un piccolo e semplice scoiattolo che lì per lì scambiai per una vipera……” il resto non lo ricordo più tanto bene, ma era una specie di visione degna di un “trip” da cocaina tagliata male!!! Ma lui era così, quello che gli passava per la testa diceva.
I miei ricordi di Stefano sono per lo più quelli della nostra infanzia, di un periodo bello e sereno, in cui io e lui eravamo fratello e sorella, un rapporto normalissimo in cui ogni tanto si litigava e poi ci si abbracciava.  Ci volevamo bene e tanto!!!!
Forse sarà perché si sta avvicinando Natale ma in questi giorni mi torna sempre in mente il ricordo di Natale a casa nostra. Era un momento familiare molto sentito; con mamma si andava in soffitta a prendere gli scatoloni che contenevano tutte le decorazioni natalizie…. la maggior parte venivano da casa di mamma, e noi, figli della plastica, addobbavamo l’albero, rigorosamente vero, con le decorazioni natalizie di vetro. Non erano semplici palle, no, c’era un fungo, un uccellino, un cestino pieno di pannocchie e poi le lucine!! Una lunga “collana” fatta di casette, campanili….. queste erano le decorazioni di nonno Umberto, papà di mamma,  il nonno che non abbiamo mai conosciuto, ma che soprattutto in questo periodo dell’anno mamma e nonna Tina non mancavano mai di raccontarcelo; e così come per magia, eravamo tutti lì, nonna seduta sulla sua poltrona a dirigere i lavori, mamma e noi bambini seduti per terra in mezzo a palline di ogni forma e di ogni colore e anche se non lo vedevamo c’era lui, questo nonno mai conosciuto ma sempre molto amato.
Dopo aver fatto l’albero e decorato casa, arrivava il momento che noi bambini aspettavamo di più…. la letterina a Babbo Natale; e non la dovevamo fare solo noi due, ma tutta la famiglia. Inutile dire che quella in cui venivano chiesti più giocattoli era quella di papà….. l’arco con le frecce, il trenino, l’aeroplanino …… ma questa è un’altra storia.
 Stefano in questo periodo dell’anno impazziva, le lucine sull’albero, l’attesa di Babbo Natale, i regali da scartare, la sorpresa che contenevano, tutto lo rendeva elettrico. Arrivava il 24 e tenerlo lontano dai regali fino al giorno dopo diventava sempre più difficile. Persino quando diventò più grande e Babbo Natale si tolse la maschera, Stefano rimase sempre lo stesso bambino di qualche anno prima…. anzi più incontenibile!!! Mi ricordo ancora mamma e papà che dovevano entrare di nascosto con i regali che una volta portati dentro casa finivano sopra il loro armadio… Stefano allora non era così alto e sembrava il posto più sicuro dove nasconderli; ma bastava un attimo di distrazione e lo trovavi in piedi sopra il lettone, o su una sedia per sbirciare tra i vari pacchi, osservare la carta e da quella cercare di capire cosa nascondesse, infilare un dito tra le pieghe di una busta o della carta per toccare la scatola. E quando finalmente arrivava il momento di scartare, era lui che prendeva ogni pacco, lo scuoteva, pesava e lo consegnava a chi era destinato, lui, sorridente, caciarone con quella sua risata “rumorosa” che manca tanto a tutti quelli che lo hanno conosciuto.
Ecco Antonella, questo è uno dei ricordi che mi sono venuti in mente, ce ne sono altri, ma forse, visto il periodo natalizio che si sta avvicinando e visto anche il progetto che riguarda Marco, mi sembrava il più appropriato. Io al contrario di tutti gli altri, posso parlare solo di Stefano bambino, ma se non altro per i vostri figli rappresento una memoria familiare che altrimenti rischierebbero di perdere completamente.
La nostra famiglia, con i suoi alti e bassi, con le sue contraddizioni, è stata una bella famiglia. Abbiamo potuto godere di un breve periodo di serenità, ma quel periodo è stato bellissimo, intenso, e al centro c’era lei, mamma, che si muoveva tra di noi, con grazia, con un passo quasi di danza, che ci teneva per mano e ci preparava alla vita. Anche quando le cose sono cambiate non ha mai perso di vista la sua famiglia e i suoi figli, ma anche questa è un’altra storia……
Un bacio
Marina
 

Era una serata fresca di bosco...

Era una serata fresca di bosco.

Affacciata alla veranda della casa di Cibona parlavo e ridevo del mio futuro, con i miei più cari amici: Ferdi, Sere, Giò e Anto Dip.

Ad un tratto si udì provenire da laggiù, infondo alla discesa dove il cancello si chiude (o meglio si chiudeva...), il suono di una chitarra e poi, a breve ... la voce di Stefano che cantava una serenata........per me: "Nina si voi dormite..." un Classico della canzone popolare romanesca, vincitrice del concorso canoro di San Giovanni, nel 1901...nel suo stile da "uomo delle sorprese", ... dalla imperdonabile quanto disarmante tracotanza da romano, imprescindibile pennellata del suo caractère.
 
Li vidi avanzare a passo lento, a ritmo di questa dolce melodia.

Una situazione al limite tra il "buffo" ed il "romantico", tra l"impacciato" e l'"innamorato",.... Stefano era lì che cantava ed il Pelletti lo seguiva a ruota, con la chitarra.

Scena da film...ed invece era la mia vita!
Spesso nella mia vita con Stefano ho avuto la sensazione di vivere scene da film...ma il bello è che l'ho sempre seguito a ruota...non sono mai riuscita a pormi il problema della stravaganza di certe situazioni.

Stefano era un condensato di: "CHI MI AMA MI SEGUA.........A NUOTO!!!!!" (citazione di Lupo Alberto)

Tutti gli abitanti di Cibona si diressero fuori per capire da chi e da dove provenisse la musica. Marcella fu sorpresa e contentissima nello scoprire questo lato così profondamente sentimentale e al contempo inaspettato di suo figlio; ricordo ancora l'espressione di orgoglio materno sul suo volto, quella sera e tutti i giorni che seguirono. Marcella era proprio contenta!

Fatto sta che a quel punto, il cuore mi salì in gola e, colta da un indescrivibile attacco di vergogna (della serie: cosa x...ci faccio qui????) e timidezza ed emozione al contempo, corsi a nascondermi in casa, dietro una tenda ... che scema!!!

Da allora mi resi invisibile... non potevo vederlo, ma potevo ascoltarlo e lo ascoltai fino all'ultima nota, fino all'ultimo suono, fino all'ultimo fiato...con tutto l'amore che avevo in corpo. Di nascosto...

Non trovandomi se ne ritornò a Civitavecchia, a casa di nonno Fabrizio, a dormire...lui.

Io non so di preciso cosa stessi provando in quel momento, non so se  rabbia, preoccupazione, euforia, stanchezza, shock, scetticismo... felicità...felicità? Ero felice.

Mi trovò Ferdi: "Puddu...che ci fai qui?" - mi disse -"...che scema!"...e aveva ragione, ero proprio scema....ma io sono scema e Stefano questo lo sa...

Così, io e la mia band di 'forestali' passammo la notte a girovagare prima per bar, poi per boschi ed infine a passeggiare sulla spiaggia di Civitevecchia, fino all'alba.

Rientrammo alle 5.00 del mattino e alle 6.30 avevo già le palpebre serrate ed il mio sonno era finito.



Alle ore 11.00 Stefano prendeva la mia mano per inziare il nostro cammino insieme...


 LA SERENATA DI STEFANO PER ME

"Nina si voi dormite..."

Nde 'sta serata piena de dorcezza
Pare che nun esisteno dolori.
Un venticello come 'na carezza
Smove le piante e fa' bacià li fiori.
 

Nina, si voi dormite,
Sognate che ve bacio,
Ch'io v'addorcisco er sogno
Cantanno adacio, adacio.
L'olezzo de li fiori che se confonne,
Cor canto mio se sperde fra le fronne.

Chissà che ber sorriso appassionato,
State facenno mo' ch'ariposate.
Chissà, luccica mia, che v'insognate?
Forse, che canta che v'ha innamorato.

Nina, si voi dormite,
Sognate che ve bacio,
Ch'io v'addorcisco er sogno
Cantanno adacio, adacio.
L'odore de li fiori che se confonne,
Cor canto mio se sperde fra le fronne.

Però, si co' 'sto canto, io v'ho svejato,
M'aricommanno che me perdonate.
L'amore nun se frena, o Nina, amate,
Che a fa' l'amore, no, nun è peccato.

Nina, si voi dormite,
Sognate che ve bacio,
Ch'io v'addorcisco er sogno
Cantanno adacio, adacio.
L'olezzo de li fiori che se confonne,
Cor canto mio se sperde fra le fronne.





"Vado al massimo"

di Gianluca (detto Redde)
Di ricordi ce ne sono tanti, in questi giorni da quando ho letto il tuo messaggio mi è piaciuto rivivere quei momenti e forse anche per questo ho aspettato a rispondere .
Tra i tanti mi piace ricordare io e Stefano di notte sulla sua Fiesta sgangherata diretti a Tolfa.


Lì Ti ha cantato la serenata.
Il giorno dopo Vi siete sposati.


Ecco chi era Stefano.


Poteva apparire coriaceo, dai modi duri e scontrosi, ma aveva un cuore immenso era un tenerone dolce e affettuoso.


Inimitabile, in tutto.

Per tutti sono sempre stato Roscio, per Stefano ero Redde.


Stefano era così fuori dal branco, forse una canzone può sintetizzare quello che penso di lui

 “Vado al massimo”.
In tutta la sua vita mai ha arretrato ha sempre vissuto al massimo
Anche dopo avere scoperto di essere malato non ha ceduto ma ha tirato dritto .
Di lui ho apprezzato e ammirato il suo coraggio, sapevo che era un uomo forte, ma francamente quello che ha fatto dopo avere saputo della malattia è veramente eccezionale.
Ciao Stefano! Grazie Antonella !





venerdì 16 novembre 2012

Pescatori di fantasia



di Marco Stabile (detto er Tarzia)



Un ricordo solo di Stefano è praticamente impossibile...
ogni volta che mi viene in mente ho talmente tanti pensieri legati a tantissime occasioni passate insieme...però come Enrico devo dire che i più ricorrenti o i ricordi più sereni e che mi lasciano un sorriso in viso sono legati anch'essi alla natura...
e si, proprio perchè secondo me Stefano negli ambienti naturali forse trovava una sua pace interiore e si scherzava e parlava spensieratamente...
Perciò sia nei boschi che circondano Cibona o i pratoni del Vivaro dove andavamo a fare le passegiate con Igra e Pluto sono le immagini più ricorrenti e piacevoli...
2 pescatori di fantasia (non abbiamo mai preso all'amo nessuna preda, ma appunto era una occasione per starsene sdraiati a ridere osservando il cielo e annusando l'aria fresca della campagna), 2 passeggiatori amanti degli animali che la sola visione di Igra e Pluto scodinzolanti e complici ci rendevano estranei ad uno stile di vita forse troppo stretto per noi...

Questi sono i primi venuti di getto ma sicuramente ne sto trascurando tantissimi altri non meno importanti



E saluto come solitamente facevamo noi al telefono per capirci al volo :
BAUUUUUUUUUUUUU!!!!

 

"la rivoluzione rumorosa"



di Franca Zodda
Tu vorresti una frase su stefano. Non è facile, devo ammettere.
Credo che per noi di "Cibona" che lo abbiamo visto crescere, ma non conoscerlo nel profondo come ovviamente te, ma anche i suoi più stretti amici, Stefano abbia rappresentato "la rivoluzione rumorosa".

Io così me lo ricordo, battagliero, urlante, ed affettuoso.


Ma devo dirti che parlare di lui mi commuove ancora moltissimo, mi da un senso di vuoto, ma nello stesso tempo sono contenta di averlo avuto nella mia famiglia...

martedì 13 novembre 2012

“Minuscoli esploratori di spazi inconsueti”

di Enrico Cordiner

PRIMO PENSIERO

Un pensiero, un ricordo di Stefano…
Direi che ho solo l’imbarazzo… della scelta, per cui, faccio ruotare le mani, uno, due, tre, quattro, cinque, STOP! Il primo che mi viene in mente: eccolo!


Io e lui sulla mia vecchia Panda bianca (o forse era addirittura la 126 beige) a girovagare nelle bellissime campagne dei Monti della Tolfa in cerca di rapaci, io alla guida, lui navigatore, tutti e due con il naso all’insù, e all’improvviso lui che urlava (sai che novità) “RAPACE!!!” con il dito puntato verso il cielo. Si fermava la macchina, si scendeva insieme e si guardava un po’ io un po’ lui con l’unico binocolo a disposizione. Gli ho insegnato io a riconoscerli ma dopo un po’ era diventato bravo quanto me.

Stefano amava la natura, moltissimo, il suo essere “selvaggio” era spinto molto più avanti del consueto, si trovava sempre a suo agio tra i boschi o nel mare, su un prato o su una rupe, con grande naturalezza. Lo considero uno dei suoi grandi pregi, era qualcosa che ci ha sempre unito tantissimo.

“Minuscoli esploratori di spazi inconsueti” – questo è il mio pensiero; e questo, ti assicuro, è uno dei ricordi che ho più cari di lui.


venerdì 9 novembre 2012

VI FACCIO UNA PROPOSTA...


Cari,
vi faccio una proposta: vi invito a fermarvi solo un attimo...sedetevi o appoggiatevi da qualche parte e pensate a Stefano.
Scrivete un pensiero di poche parole su di lui...

A cosa servirà?

Devo darlo alla maestra Giulia, la maestra di Marco che sta portando avanti un progetto molto importante: aiutarci a costruire un bel ricordo di papà Stefano.

Volete contribuire?

Per il prossimo Natale vorremmo già avere in mano i mezzi adatti per "disegnare" un bel  ricordo...

Vi aiuterò a pubblicarli sul blog. Se non riuscite a scrivere mandateli al mio mail....


Ciao Anto




lunedì 8 ottobre 2012

mi ricordo


Mi ricordo quel giorno in cui dicesti: "lo so che è difficile, ma dammi la mano e andiamo"


Mi ricordo di quel giorno in cui mi dicesti: "...non so più quello che voglio"


Mi ricordo di quel giorno in cui mi dicesti: "vada come deve andare"


Mi ricordo di quel giorno in cui mi dicesti: "voglio aggrapparmi a quel 19 %, voglio lottare.."


Mi ricordo di quel giorno in cui mi dicesti:" che facciamo, dormiamo?



Mi ricordo dell'altro giorno in cui mi hai detto: "come sono belli i nostri figli...buffa Sara che cresce, bravo Marco che migliora!" E mi hai strappato un sorriso...

martedì 25 settembre 2012

PAROLE CHIAVE & ALTRO

Neanche a farlo apposta, quella domenica pioveva ed io e mia sorella avevamo deciso di tenere i bambini in casa...nel pieno pomeriggio, tra le nuvole una spada affilata di sole si fa spazio con forza. Usciamo!!!
Proponiamo un giro per strade rurali nel Parco dell'Alta Murgia, e così seguendo le indicazioni per un agriturismo ci siamo trovate in questo luogo che non è il solito agriturismo ... 
http://www.poggioferrata.it/
Il paesaggio, la struttura e le attività proposte dall'azienda potete, se volete, per curiosità visionarle sul link che vi ho pubblicato. Quello che invece volevo comunicarvi è che presso questo centro vendono "un nuovo antico pensiero", una delle poche strategie percorribili: il ritorno al futuro.
In azienda, muli, asini, capre, galline, maiali, uva, fichi, ed il grano del "senatore Cappelli", Se volete sapere di cosa si tratta cliccate su questi links:
no ogm, cibo spontaneamente biologico, un cane malato in isolamento, un maiale troppo invadente e prepotente messo in disparte, computer, telefono cellulare, voglia di confronto con pudica discrezione. 
In questi luoghi da scoprire, è come trovare un giocatore sconosciuto nel gioco del nascondino. E chi lo conosceva?, da dove è spuntato? Qui il tempo non si è fermato affatto, anzi si lavora... si lavora in tutti i sensi anche per definire un modello plausibile di prevenzione della salute, del benessere e della "vita". Si parla di coscienza collettiva ... Solo a nominarle ste parole mi sento meno sola ... illusione irreprimibile che aiuta a sopravvivere...
In sostanza si fa didattica ai bambini, e non c'è nulla di più importante che possa far ben sperare in una "Evoluzione" della coscienza collettiva, si fanno incontri - dibattiti, in cui la gente comune è invitata a confronto con medici luminari che finalmente parlano di connessione tra MALATTIA e SISTEMA ED ABITUDINE ALIMENTARE PERVERSI, e credetemi al Sud come al Nord non è poi tanto ancora così comune. Chissà perchè?! pensate alla ricaduta che un'inversione di rotta, se opportunamente divulgata e collettivizzata, potrebbe avere sul mercato degli alimenti e su tutti gli annessi e connessi. Pensate a cosa accadrebbe se tutti decidessimo di diventare prevalentemente vegetariani??????
Qui si fanno passeggiate per respirare l'aria che si sfuma con la terra e non con il pavimento.
Voi mi chiederete cosa centra tutto questo con Stefano, con il suo blog, con il cancro...cosa centra Stefano con la Fattoria? Tutti noi viviamo a volte consapevoli, ancora più spesso inconsapevoli di compiere quotidianamente gesti che ci fanno del "male", di operare scelte quotidiane che ci rovinano la salute, di pensare al nostro più spinto individualismo piuttosto che a comunicare e a "partecipare" con gli altri, senza considerare che alcuni dei nostri errati gesti quotidiani possono significare il malessere per altri; questi sono fattori che POSSONO FAR AMMALARE.


A questa consapevolezza era arrivato Stefano negli ultimi tempi...mi disse un giorno:"...pensavo di essere invincibile ed invece, ho esagerato"



Sono sempre più convinta che IL CANCRO è una "scelta di AUTODISTRUZIONE", E' UNA SPECIE DI MALATTIA PSICOSOMATICA, cioè fortemente legata a cause di MALESSERE EMOTIVO E PSICOLOGICO. NE SONO SEMPRE PIU' CONVINTA.
Se riflettete un attimo, la massa tumorale non si configura con una presenza esterna, non è un virus o un batterio, un parassita che viene da lontano per nutrirsi della nostra linfa...è la nostra stessa massa, sono nostre le cellule che, un giorno decidono di "indemoniarsi" e di suicidarci e "suicidarsi"...e si perchè poi l'"anfame" MUORE CON IL CORPO DEL SUO OSPITE, IL SUO STESSO CORPO...Pensate che paradosso...l'"anfame", quel coglione è morto con l'involucro di Stefano!!! 
Ora, questa non è una legge assoluta, pensate a Taranto (http://it.wikipedia.org/wiki/Ilva), a Cernobyl, a Manfredonia, a Giovinazzo ... l'inquinamento ambientale può causare il cancro di persone che sono felici di vivere, ma a questo punto subentra l'importantissimo concetto della coscienza collettiva: tutti noi inquiniamo quotidianamente e quindi siamo responsabili della nostra stessa autodistruzione. Ciò avviene sul piano del singolo organismo vivente, ma allo stesso modo sul piano dell'insieme degli esseri viventi che, come ormai ben si sa già a partire dagli anni sessanta (con la nascita della scienza ecologica, con ODUM capofila), fanno parte di un unico mega sistema. COSCIENZA COLLETTIVA

C'è un altro aspetto molto importante: è quello della COSCIENZA. Abbiamo l'alibi della non conoscenza ma quello dell'"incoscienza" non ce lo possiamo permettere. In pratica, io penso e dico queste cose perchè un evento forte, drammatico e doloroso della mia vita come la morte di Stefano mi ha indotto a riflettere...ma quanti di noi che non ci passano personalmente, o che vengono "colpiti di striscio" vivono nell'INCOSCIENZA e ne sono sollevati?