lunedì 1 aprile 2013


India, sì all’anti cancro low cost. Novartis perde il ricorso sul brevetto


di Giovanna Trinchella - 
Sei anni di battaglia legale tra  il colosso farmaceutico Novartis e l’India, ma già come avvenuto con Roche e Bayer i supremi giudici si sono messi una mano sulla coscienza dando torto a “Big Pharma”. La Corte Suprema indiana ha respinto il ricorso dell’industria farmaceutica svizzera relativo al brevetto di un farmaco anti tumore. I giudici, secondo la tv Cnn Ibn – hanno stabilito che l’industria locale ha il diritto a produrre il medicinale Glivec come farmaco generico low cost per salvaguardare il diritto alla salute della popolazione. La sentenza arriva dopo anni di carte bollate e recriminazioni ingaggiata dal colosso elvetico per ottenere il rispetto delle leggi sulla proprietà intellettuale. Come motivazione la Corte Suprema ha argomentato che il Glivec “non è un prodotto innovativo” perché utilizza una molecola già nota e quindi non rientra nei criteri stabiliti per le “invenzioni”. Le associazioni indiane di difesa dei diritti umani esultano perché si tratta di una conferma dell’India come “farmacia dei poveri” mondiale.
Poco meno di un mese fa, il 5 marzo, l’India aveva respinto un altro ricorso; quello della società farmaceutica Bayer sempre contro una versione low cost di un farmaco anti cancro. L’industri tedesca si era rivolta alla Commissione di appello per la proprietà intellettuale (Ipab) per chiedere l’annullamento della decisione di cedere all’indiana Natco Pharma un brevetto per produrre a basso costo il Nexavar, usato per curare il tumore al fegato e ai reni. La Bayer vendeva il medicinale a circa 5.600 dollari per 120 compresse, ovvero la scorta per un mese, mentre il prezzo della versione generica indiana è di 175 dollari per la stessa dose. Un anno fa, il governo indiano aveva concesso il brevetto alla Natco Pharma con la motivazione che ”doveva essere alla portata della maggior parte dei malati”. Il 3 novembre del 2012 l’India aveva revocato il brevetto di un costoso medicinale anti epatite prodotto dalla svizzera Roche rompendo di fatto il monopolio detenuto dalla società. Anche in questo caso la Corte di appello indiana per i brevetti (Ipab) ha ritenuto il farmaco Pegasys, usato per curare l’epatite C, non ”un’invenzione’‘, tale quindi da essere protetta da un brevetto secondo il regime sulla tutela della proprietà intellettuale noto. La cura, che dura sei mesi costa oltre 8.700 dollari, una cifra enorme per larga parte dei malati cronici di epatite che sono in maggioranza tossicodipendenti. Il Pegasys è stato il primo farmaco brevettato in India dove oltre il 90% dei medicinali sono generici, ovvero ”copiati” da prodotti che sono frutto di anni di ricerca delle aziende occidentali. Si tratta di un annosa disputa ma che di recente, con la crisi economica globale, è diventata di primaria importanza per i rapporti tra l’India e le aziende occidentali.
Quello del paese asiatico è uno dei mercati più appetitosi al mondo con un giro d’affari stimato di 12 miliardi di dollari, ma anche con una legislazione in materia di proprietà intellettuale che si presta a molte interpretazioni, come si lamentano le case farmaceutiche. Contrastate da organizzazioni umanitarie come ”Medici Senza Frontiere” che si riforniscono dall’India per le loro campagne mondiali sulla sanità e anti Aids.


Tratto da: India, sì all’anti cancro low cost. Novartis perde il ricorso sul brevetto | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2013/04/01/india-si-allanti-cancro-low-cost-novartis-perde-il-ricorso-sul-brevetto/#ixzz2PFG7JtyB
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