venerdì 8 novembre 2013

Berrino docet

di Franco Berrino - Istituto Nazionale Tumori di Milano

L’alimentazione durante la chemioterapia.

Franco Berrino
Direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva,
Istituto Nazionale Tumori, Milano.

La parola chemioterapia - la ‘chemio’- incute un certo disagio, perché evoca
sofferenze, nausee, paure, bruciori in bocca, allo stomaco, disturbi intestinali, una fatica
profonda, e brutti pensieri. Eppure quando s’ha da fare s’ha da fare; fino a quando la
ricerca non riuscirà a trovare cure capaci di guarire il tumore senza danneggiare gli organi
sani. Perché proprio qui sta il punto, i ‘veleni’ della chemioterapia sono capaci di uccidere
le cellule che si moltiplicano, e quindi le cellule tumorali, ma anche le cellule sane degli
organi che devono ricostruirsi continuamente, come la mucosa del tubo digerente (di qui le
stomatiti, esofagiti, gastriti, coliti di cui soffrono molti malati), il midollo delle ossa (di qui le
anemie e la conseguente stanchezza) o la radice dei capelli (che quindi cadono). Che fare
dunque? Innanzitutto prepararsi già prima di iniziare la terapia. Se già si soffre di
stitichezza, ad esempio cambiare subito l’alimentazione: introdurre cibi integrali, ad
esempio il pane integrale a lievitazione naturale, facile da trovare in molti negozi, e
comunque facile da fare in casa; ancor meglio il pane integrale con i semi di lino; o il riso
integrale, che si cuoce in modo diverso dal riso bianco (una tazza di riso ben lavato, due
tazze di acqua fredda, un cucchiaino da caffè raso di sale marino integrale, cuocere a
fuoco bassissimo per tre quarti d’ora, il riso è pronto quando ha consumato tutta l’acqua),
o altri cereali integrali con verdure, tutti da masticare molto accuratamente. I cibi ricchi di
fibre non vanno bene, invece, in caso di colite, né durante i cicli di chemioterapia, specie i
prodotti da forno, perché le fibre indurite dalla cottura possono irritare meccanicamente le
mucose e peggiorarne l’infiammazione. Durante la chemioterapia, anche in caso di gravi
infiammazioni delle mucose, va molto bene mangiare i cereali integrali sotto forma di
crema, ad esempio la crema di riso (una tazza di riso integrale in sette tazze di acqua,
sale marino, cuocere per due-tre ore a fuoco basso poi passare al setaccio in modo da
togliere le fibre; oppure si può partire da una semola di riso integrale, meglio se macinata
di fresco e poi tostata, con cui si può fare una crema in 10-15 minuti, sempre da passare
al setaccio). Le mucositi del tubo digerente causano un’aumentata permeabilità intestinale,
che favorisce l’assorbimento di sostanze potenzialmente tossiche. Per contrastare
l’aumentata permeabilità è utile ispessire la crema di riso con l’amido tratto dalla radice del
kuzu (sciogliere un cucchiaino di kuzu in poca acqua fredda, aggiungere alla crema e far
bollire per pochi minuti).
All’Istituto dei Tumori di Milano si possono frequentare corsi di cucina per chi deve fare la
chemioterapia, dove insegniamo varie ricette a base di crema di riso, abbinate a creme di
verdure, e altri accorgimenti per superare meglio questo periodo.
Per prevenire o alleviare la colite è bene evitare carni e formaggi, perché nella
putrefazione intestinale delle proteine animali si libera idrogeno solforato, che ha azione
tossica sulla mucosa. Può andare bene però un po’ di pesce, anche se ricco di proteine
animali, perché il grasso del pesce riduce l’infiammazione. Con attenzione si potranno
introdurre creme di legumi o ricette a base di tofu, le cui proteine sono meno tossiche di
quelle della carne perché contengono pochi aminoacidi solforati. Si possono usare le
lenticchie rosse (decorticate). Eventuali altri legumi devono essere passati al setaccio per
togliere la buccia.
Se compare stitichezza si preparerà una deliziosa bevanda a base di agar agar
(scioglierne un cucchiaino in una tazza di succo di mela senza zucchero, portare ad
ebollizione per un paio di minuti, spegnere il fuoco e bere tiepido, prima che diventi una
gelatina), tutte le sere per una settimana. La zuppa di miso che si mangia nei ristoranti

Giapponesi è molto indicata per risanare il tubo digerente dai danni da chemioterapia e radioterapia, ed è facile da preparare (stemperare un mezzo cucchiaino di miso in un po’
d’acqua tiepida, aggiungere in fine cottura a un brodo vegetale senza sale e spegnere il
fuoco); se l’intestino è infiammato è utile fare il brodo utilizzando anche un centimetro di
alga Wakame, che contiene mucillagini lenitive (dà un gusto di mare al brodo). Il rischio è
che si associ il sapore nuovo del miso con il malessere del trattamento e poi non lo si
voglia più gustare. Consigliamo quindi di introdurre la zuppa di miso e la crema di riso non
nei giorni del trattamento ma solo quando è passata la nausea. Contro la nausea
possono servire cibi salati e asciutti. Talvolta vengono consigliati cracker e parmigiano,
cioè cereali cotti al forno e proteine animali, che come abbiamo detto sono controindicati
perché causano irritazione meccanica e chimica. Consigliamo piuttosto di masticare bene
una galletta di riso integrale (scegliere quelle con sale). Se compare diarrea un aiuto lo si
può ricevere dal kuzu, che ha la proprietà di irrobustire le pareti dell’intestino. Se ne
scioglie un cucchiaino in una tazza di acqua fredda e lo si porta ad ebollizione fino a che
la preparazione non diventa trasparente, a questo punto si aggiungono alcune gocce di
tamari (salsa di soia). Va bene anche ispessire con il kuzu la crema di riso. Poiché la
chemioterapia può causare anemia, alcuni consigliano di mangiare carni rosse, ricche di
ferro facilmente assimilabile. Per non esagerare con le proteine animali consigliamo
piuttosto di usare in cucina le alghe marine, anche solo insaporire le zuppe con alga Nori.
Miso, alga Nori, kuzu e tamari si trovano in vendita nei negozi di alimenti biologici. Con
queste conoscenze si può migliorare l’alimentazione anche quando si è guariti. Alcuni
frangenti della vita invitano a scelte più sobrie. Accogliamoli come opportunità.
Un pregiudizio diffuso è che durante la chemioterapia, per irrobustire l’organismo,
sia bene mangiare molto, e mangiare alimenti molto calorici, come gelati, o piatti conditi
con burro e panna, o bevande zuccherate, e alimenti ricchi di proteine e di grassi, come uova, carni e formaggi. Questi consigli discendono dalla conoscenza che quando un
tumore è in stadio molto avanzato i malati te ndono a dimagrire e a perdere forze. Ma è
ben dimostrato che le diete ipercaloriche e iperproteiche non aiutano. Questi consigli anzi
sono pericolosi per chi si sottopone a chemioterapie precauzionali, come quella che si fa
dopo l’intervento per tumore al seno. Durante la chemioterapia infatti le pazienti tendono
ad ingrassare, mentre se non si ingrassa è più facile guarire.

lunedì 4 novembre 2013

Prof. Berrino - IEO Milano


Foto: Ehi Ehi  a voi tutti, vi tenete liberi per Venerdì 8 novembre??????
Il "nostro" caro Prof. Berrino is coming.... 
Stay tuned per maggiori info!

Professor Berrino.

Oltre all'aspetto....la sostanza.

Alimentazione naturale come aiuto alla lotta e alla prevenzione oncologica....

Associazione 'LaSaluteMelaMangio', Presidente PINO AFRICANO.....ha scritto un libro: 'APRITE LE ORECCHIETTE' sull'alimentazione naturale, con prefazione di Franco Berrino.

Ho chiesto di Pino, mi ha richiamato senza neanche sapere chi fossi....20 minuti al telefono per parlare di cose serissime, un confronto bellissimo!!!.....20 minuti di risate pazzesche.....

Esistono davvero le persone speciali.....

   
https://www.facebook.com/LaSaluteMelaMangio

Confermiamo che venerdì 8 novembre il Prof. Berrino sarà presente al Convegno "Prevenzione delle malattie croniche e oncologiche" che si terrà all'Istituto Oncologico di Bari alle ore 18.00. Vi aspettiamo numerosi. 
Buona serata

mercoledì 30 ottobre 2013

Chi di speranza vive...

Signori, era il 15 novembre 2011 quando Stefano scriveva che finalmente in Italia era arrivata la ADROTERAPIA...quasi due anni fa!!!!

Oggi, su RAI 3, dopo le solite menate su Berlusconi e la fantapolitica, poco prima della conclusione del telegiornale, la giornalista 'di gomma' ha annunciato la notizia relativa ad una grande novità......vecchia di due anni!!!!!!! La ADROTERAPIA approda in Italia, a Pavia......veramente è arrivata due anni fa o forse anche di più.
Comunque, giusto per rendersi conto di quanto le notizie veramente importanti siano lasciate passare in sordina chissà secondo quali inspiegabili meccanismi.

L'altro particolare importante è che la struttura pavese e il mega macchinario che ospita per le cure oncologiche esistono grazie ad una convenzione pubblico-privata, quindi le cure sono ancora molto costose e rischiano di essere sospese, dal momento che il progetto non rientra nel circuito della sanità pubblica e non vi è neppure una concreta prospettiva che ciò accada.

Mentre tutti smaniano dietro il 'gossip' della politica italiana, lontano mille miglia dalla realtà dei cittadini italiani, le persone muoiono di cancro e avrebbero potuto, invece, salvarsi.

Io non ho altro da aggiungere.

Leggetevi i links in allegato:
  http://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/13_febbraio_23/bisturi-atomico-tumori_366a087e-7d95-11e2-af5b-7a4139da51bb.shtml

http://www.cnao.it/index.php/it/l-adroterapia.html


mercoledì 7 agosto 2013

La vera rivoluzione

In una canzone di Alessandro Mannarino, romano, buffone, cantastorie....

una canzonetta che come musica non gli daresti una 'lira bucata', 

dallo stile 'de na sonata' 

esce fuori un'enorme verità sulla quale tutti, ma proprio tutti dovremmo riflettere,

poveri e ricchi, fortunati e sfigati, maschi e femmine, normali e diversi, soli o accompagnati.

Un umile invito ad ascoltare...

un umile invito a pensare...

perchè a Stefano sarebbe piaciuta davvero tanto (way of life).



"...ma il mondo non cambia spesso. 

La tua vera rivoluzione sarà cambiare te stesso."

domenica 14 luglio 2013

Novità

leggete


http://www.informarexresistere.fr/2013/07/14/cancro-dal-regno-unito-il-metodo-che-fa-morire-di-fame-le-cellule-tumorali/

Alessandro Martorana -


Un gruppo di ricercatori dell’università di Southampton (Regno Unito) ha messo a punto un nuovo metodo per il trattamento dei tumori, basato sul far letteralmente “morire di fame” le cellule cancerogene. Ciò che rende la ricerca, pubblicata su Cell, di particolare interesse è il fatto che l’applicazione di questa terapia permetterebbe di intervenire senza danneggiare le cellule sane nel corpo del paziente, cosa che invece avviene con i metodi tradizionali come ad esempio la radio o la chemioterapia.
“Le cellule cancerose – spiega Chris Proud, professore di regolazione cellulare della facoltà di scienze biologiche dell’università inglese – crescono e si dividono molto più rapidamente di quelle normali, il che significa che hanno una richiesta molto maggiore di elementi nutritivi ed ossigeno, che spesso gli vengono a mancare. Abbiamo scoperto che un componente cellulare, eEF2K (eukaryotic elongation factor 2 kinase, ndr), recita un ruolo fondamentale nel permettere alle cellule cancerose di sopravvivere alla mancanza di sostanze nutritive, mentre le cellule normali e sane normalmente non hanno bisogno dell’eEF2K per sopravvivere. Di conseguenza, bloccando le funzioni di questo componente, dovremmo essere in grado di uccidere le cellule cancerose, senza danneggiare quelle sane nel processo”.
Nel corpo umano, quasi tutte le cellule hanno gli stessi componenti di base, ed attaccare uno di loro in una cellula malata porta inevitabilmente a danneggiare anche quelle sane. Ciò che rende rivoluzionario questo metodo è proprio il fatto che, attaccando un componente non necessario alla sopravvivenza delle cellule sane, non provoca danni nel paziente; inoltre il trattamento potrebbe essere utilizzato su diversi tipi di cancro.
La scoperta del team inglese potrebbe quindi rappresentare un autentico punto di svolta nel campo della ricerca sul trattamento dei tumori, ed è per questo che al momento il gruppo del professor Proud sta lavorando con altri laboratori, ed anche con alcune case farmaceutiche, per cercare di sviluppare un farmaco in grado di bloccare l’eEF2K, che potrebbe rappresentare la base per le future cure contro il cancro.
[Fonte: Cell]

sabato 29 giugno 2013

Far finta, non si può

L'acqua segue un preciso ciclo detto idrologico; cadendo dalle nubi, defluisce sulla terra seguendo delle precise vie per poi giungere al mare, al lago. E se un ostacolo sbarra la sua strada, l'acqua, prima o poi, lo distrugge, riprendendo imperturbabile il suo percorso. Questo dimostra che il destino dell'acqua non può essere mutato...e l'acqua accetta, muta e serena il suo destino, diventando aggressiva e tenace se qualcuno o qualcosa tenta di modificarlo.

Modificare il destino dell'acqua non si può.

Perchè in natura tutto scorre secondo un preciso flusso, secondo uno stato di equilibrio condiviso, e noi uomini, invece, tutti, ci ostiniamo a credere che si può 'far finta che....', 'far finta di...'?

'Far finta' non si può, non si deve...fa male!

Spessissimo noi tutti facciamo finta che tutto vada bene, che non ci siano problemi, spesso non diamo voce alla nostra 'vera' natura e ancora più spesso ne paghiamo le conseguenze.

Fermare l'impeto dell'acqua che scorre non si può.

Prima o poi, la verità viene a galla e il destino fa il suo corso.






















'Forest stream' - Dipinto di Albert Bierstadt



lunedì 6 maggio 2013

1 maggio, un giorno per ricordare

Quello che chiedevo ripetutamente a me stessa è stato cosa avrei fatto se gli ospiti, arrivati da tutta Italia, si sarebbero stancati, se non si fossero trovati a loro agio, se i momenti di ricordo di Stefano non fossero stati adeguati visto che il primo maggio il cimitero era chiuso e la tomba non sarebbe stata visitabile, se la messa fosse stata celebrata in tardo orario con le partenze, ed i rientri a casa, a pressare la situazione....
Quando sono arrivati gli zii, e poi tutti gli altri, gli amici .... l'unico gesto che sono riuscita a compiere, a pensare, a sentire, l'unico gesto che è nato spontaneamente è stato 'l'abbraccio'.
In questa giornata così particolare, sembravamo riuniti in un grande abbraccio, tutti quanti in memoria di Stefano....che era lì con noi, nominato poco, pensato tanto....perchè tutti e tutti insieme, uniti, abbiamo mangiato, bevuto e riso con il cuore come lui avrebbe voluto.
E così è stato........

Zia Franca scrive:
eccomi qua. oggi giornata nera, gran mal di testa. sono riuscita a sollevarmi alle 12:30 ma mi sento ancora così così. forse ho esagerato ieri per cercare di fare tutto in tempo per rimettere la casa a post per i nuovi arrivi, scordandomi che invecchio (si, lo so, sembro giovanissima ma è così!!!). cosa dire del primo maggio? io non riesco a capire come mai un incontro per un occasione tristissima diventa invece fonte di tante belle risate e tanto affetto. ovunque mi giravo c'erano persone che si volevano bene, bellissimo da vedere e da sentire. è vero che stefano ci ha fisicamente lasciato, ma è riuscito ad unire ancora di più persone che forse per la lontananza il tempo avrebbe un po' allontanato e che in realtà lo sentono sempre vicino a loro. anto, è sempre molto bello rivederti e rivedere la tua famiglia. Marco è stata una sorpresa, mi sembra molto reattivo a tutte le persone intorno a lui, e spero vivamente di passare un po' di tempo anche con lui quest'estate per riuscire a conoscerlo meglio. decidi tu se vuoi mettere questo sul blog di stefano (io non ci riesco, con grande vergogna!!!). a prestissimo. zia franca


Grazie zia!


Marina scrive:

"1° maggio …… tanto temuto e ormai andato.  Una specie di count down, pensieri, ricordi, emozioni che ho cercato in tutti i modi di contenere, che ho temuto di non riuscire ad arginare, di controllare.
E invece ce l’ho fatta, almeno in quei giorni…. il 1° maggio è passato. E’ stata una bella giornata passata insieme tra parenti, amici, ragazze più o meno grandi e bambini. Testimoni di un passato, presente e futuro che riguarda la vita di Stefano, la sua essenza più profonda. Tutti insieme nel suo ricordo, nel modo in cui lui avrebbe preferito di più per stare insieme; un bicchiere di vino, cibo e allegria.
Ero sicura che sarebbe stata una bella giornata. Per ricordare le persone che non ci sono più, non servono le lacrime, ma la gioia di stare insieme, la gioia nel ricordarle, che non è affidata solo alle parole, ma, soprattutto, ai gesti. E sono sicura che tutti noi siamo riusciti in questo e sono anche sicura che lui quel giorno era con noi.
Sarà sempre con noi, basterà chiamarlo e lo potremo sentire nel nostro cuore.
Un abbraccio a tutti
Con amore
Marina"

lunedì 1 aprile 2013


India, sì all’anti cancro low cost. Novartis perde il ricorso sul brevetto


di Giovanna Trinchella - 
Sei anni di battaglia legale tra  il colosso farmaceutico Novartis e l’India, ma già come avvenuto con Roche e Bayer i supremi giudici si sono messi una mano sulla coscienza dando torto a “Big Pharma”. La Corte Suprema indiana ha respinto il ricorso dell’industria farmaceutica svizzera relativo al brevetto di un farmaco anti tumore. I giudici, secondo la tv Cnn Ibn – hanno stabilito che l’industria locale ha il diritto a produrre il medicinale Glivec come farmaco generico low cost per salvaguardare il diritto alla salute della popolazione. La sentenza arriva dopo anni di carte bollate e recriminazioni ingaggiata dal colosso elvetico per ottenere il rispetto delle leggi sulla proprietà intellettuale. Come motivazione la Corte Suprema ha argomentato che il Glivec “non è un prodotto innovativo” perché utilizza una molecola già nota e quindi non rientra nei criteri stabiliti per le “invenzioni”. Le associazioni indiane di difesa dei diritti umani esultano perché si tratta di una conferma dell’India come “farmacia dei poveri” mondiale.
Poco meno di un mese fa, il 5 marzo, l’India aveva respinto un altro ricorso; quello della società farmaceutica Bayer sempre contro una versione low cost di un farmaco anti cancro. L’industri tedesca si era rivolta alla Commissione di appello per la proprietà intellettuale (Ipab) per chiedere l’annullamento della decisione di cedere all’indiana Natco Pharma un brevetto per produrre a basso costo il Nexavar, usato per curare il tumore al fegato e ai reni. La Bayer vendeva il medicinale a circa 5.600 dollari per 120 compresse, ovvero la scorta per un mese, mentre il prezzo della versione generica indiana è di 175 dollari per la stessa dose. Un anno fa, il governo indiano aveva concesso il brevetto alla Natco Pharma con la motivazione che ”doveva essere alla portata della maggior parte dei malati”. Il 3 novembre del 2012 l’India aveva revocato il brevetto di un costoso medicinale anti epatite prodotto dalla svizzera Roche rompendo di fatto il monopolio detenuto dalla società. Anche in questo caso la Corte di appello indiana per i brevetti (Ipab) ha ritenuto il farmaco Pegasys, usato per curare l’epatite C, non ”un’invenzione’‘, tale quindi da essere protetta da un brevetto secondo il regime sulla tutela della proprietà intellettuale noto. La cura, che dura sei mesi costa oltre 8.700 dollari, una cifra enorme per larga parte dei malati cronici di epatite che sono in maggioranza tossicodipendenti. Il Pegasys è stato il primo farmaco brevettato in India dove oltre il 90% dei medicinali sono generici, ovvero ”copiati” da prodotti che sono frutto di anni di ricerca delle aziende occidentali. Si tratta di un annosa disputa ma che di recente, con la crisi economica globale, è diventata di primaria importanza per i rapporti tra l’India e le aziende occidentali.
Quello del paese asiatico è uno dei mercati più appetitosi al mondo con un giro d’affari stimato di 12 miliardi di dollari, ma anche con una legislazione in materia di proprietà intellettuale che si presta a molte interpretazioni, come si lamentano le case farmaceutiche. Contrastate da organizzazioni umanitarie come ”Medici Senza Frontiere” che si riforniscono dall’India per le loro campagne mondiali sulla sanità e anti Aids.


Tratto da: India, sì all’anti cancro low cost. Novartis perde il ricorso sul brevetto | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2013/04/01/india-si-allanti-cancro-low-cost-novartis-perde-il-ricorso-sul-brevetto/#ixzz2PFG7JtyB
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martedì 26 marzo 2013

http://www.inmeteo.net/blog/2013/03/26/killer-dei-tumori-il-maltolo-per-combattere-il-cancro/




KILLER DEI TUMORI/ Importantissima ricerca scientifica tutta italiana sulla lotta contro il cancro. Lo studio è stato condotto presso l'Università di Urbino è mostra come il maltolo, sostanza contenuta in molti cibi come il malto, il caffè, il cocco e la cicoria, sia in grado di portare le cellule tumorali al "suicidio", o meglio ad auto distruggersi. Le ricerche sono intense e costanti e sono portate avanti da due staff di ricerca, quello del dott. Mirco Fanelli del Laboratorio di Patologia Molecolare “Paola”e quello del prof.Vieri Fusi, del Laboratorio di Chimica Supramolecolare.
Si pronuncia Mirco Fanelli: "Da subito abbiamo monitorato come alcuni modelli neoplastici (colture cellulari in vitro) fossero sensibili ai trattamenti con le due molecole denominate malten e maltonis : le cellule, in risposta ai trattamenti, alterano dapprima la loro capacità di replicare e, successivamente, inducono un importante processo biologico che le conduce ad un vero e proprio suicidio, ovvero all'autodistruzione".
Spiegano ancora gli scienziati che tali composti hanno già dimostrato interessanti proprietà biologiche inducendo una sensibile riduzione della massa tumorale. Dice Fanelli: "Queste nuove molecole sembrano agire attraverso dei meccanismi nuovi riconducibili a modificazioni strutturali della cromatina. Tale meccanismo di azione, ad oggi mai osservato in molecole ad azione antineoplastica, è alla base per un potenziale sviluppo di molecole che possano sfruttare strategie alternative con cui bersagliare le cellule tumorali".
La speranza dei ricercatori è quella di sviluppare una nuova arma partendo da una base naturale per sconfiggere il cancro, destinata soprattutto a quei tipi di tumore ancora sprovvisti di terapia o derivanti da una recidiva.
KILLER DEI TUMORI : Il Maltolo per combattere il Cancro
KILLER DEI TUMORI : Il Maltolo per combattere il Cancro

giovedì 21 marzo 2013

Last minute


Un attimo fuggente di ..... per fermarsi un pò e respirare


Così, così pensi di poter distinguere il paradiso dall'inferno?

Cieli blu dal dolore?


Puoi distinguere un campo verde da un freddo binario d'acciaio?


Un sorriso da un velo?


Pensi di essere capace di distinguerli?


E ti hanno portato a barattare i tuoi eroi con dei fantasmi?


Ceneri roventi per degli alberi? 


Aria bollente con una fresca brezza?


Una magra consolazione per il cambiamento?


E hai scambiato una parte da comparsa in guerra con un ruolo di comando in gabbia?


Come vorrei, come vorrei che tu fossi qui.


Siamo solo due anime perse che nuotano in una boccia per i pesci.


Anno dopo anno, correndo sempre sul solito terreno, cosa abbiamo trovato?


Le stesse vecchie paure.


Vorrei che tu fossi qui...






venerdì 8 marzo 2013

da Antonella, Sara e Marco

Ragazzi, credetemi, noi non sappiamo come ringraziarvi tutti.

Io non ho parole, ho solo la volontà di farvi sapere che non ci fate sentire soli....

Grazie a tutti.

Grazie a tutti.....


lunedì 11 febbraio 2013

L'espressione idiomatica del gioco e della candela


La mattina, quando ti svegli, e cominci a respirare la luce del giorno

ti chiedi quanta forza avrai,

quanta forza ti accompagnerà per amarti e amare gli altri...

ti chiedi quanto riuscirai a capirti, quanto riuscirai a capire, quanto riuscirai a far capire....

quanto riuscirai a dare, quanto riuscirai a stimarti.

Ti chiedi per cosa vale veramente la pena di vivere?

Ti dai una risposta sincera?

Ti chiedi per cosa vale veramente la pena di lottare?

Ti chiedi?

venerdì 8 febbraio 2013

Sentite un pò....


Notizie che scivolano veloci nei principali telegiornali della sera...mentre tutti siamo comodamente impegnati nella nostra immancabile cena....

Notizie alle quali nessuna testata giornalistica concederebbe MAI la sua prima pagina....

Notizie che nessuna madre vorrebbe sentire pensando alle "paranoie" dei figli ai quali deve di NO...

Trovo tutto questo di una gravità inaudita .... 


E nonostante tutto ciò e tutto quello che accade intorno a noi, stamattina al bar, il principale problema di 2 amici che parlavano tra loro era il darsi da fare per reperire al più presto 'le uova di Pasqua' e di ricordarsi del regalino di San Valentino da dare alla moglie che "....sennò chi la sente QUELLA!"
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giovedì 7 febbraio 2013

Vi aspettiamo il 1 maggio

Vi aspettiamo tutti, amici del blog, amici di vita...il primo maggio a casa nostra.

Per ricordare, per stare insieme...


vi vogliamo bene





Informazione


riporto fedelmente dal sito 'Informare per Resistere'


Cannabis contro il cancro, arrivano nuove conferme


Con nuovi studi a confermarne l’efficacia, aumenta tra i ricercatori la convinzione che il cannabidiolo (Cbd) presente nella marijuana rallenta la crescita delle cellule tumorali e inibisce la formazione di cellule che nutrono i tumori, contribuendo così a combattere il cancro e le metastasi.
Già note, poi, le capacità di queste sostanze di ridurre il dolore, la nausea e altri effetti correlati alla malattia e alla chemioterapia.
Come riporta il Ne già nel 2007 uno studio del California Pacific Medical Center dimostrava come il cannabidiolo uccida le cellule tumorali nei pazienti con cancro al seno, distruggendo i tumori maligni e “spegnendo” il gene ID-1, una proteina che gioca un ruolo chiave nel diffondere il male alle altre cellule.
Questo gene, nei soggetti sani, è attivo solo durante lo sviluppo embrionale. Ma nei malati di tumore al seno, e di molti altri tumori maligni in stato avanzato, si è visto che questo gene è attivo e provoca le metastasi, favorendo il passaggio della malattia alle cellule sane. “ Ci sono dozzine di tumori aggressivi che attivano questo gene”, hanno spiegato i ricercatori, e il cannabidiolo riesce a fermarlo, presentandosi quindi come una cura potenzialmente senza precedenti: ferma il male come la chemioterapia ma, a differenza di quest’ultima, che uccide ogni genere di cellula che incontra e devasta il corpo e lo spirito dei malati, riesce a bloccare solo “quella” particolare cellula maligna.
La scoperta dell’efficacia di queste sostanze si deve a Cristina Sanchez, una giovane biologa della Complutense University di Madrid. Stava studiando il metabolismo cellulare, analizzando le cellule tumorali del cervello, che crescono molto più velocemente delle cellule normali. Per caso, notò che queste morivano ogni volta che erano esposte ai tetracannabinoidi.
Proseguì le sue ricerche dimostrando che il Thc induce l’apoptosi, ovvero la morte delle cellule di una forma particolarmente aggressiva di tumore cerebrale.


Tratto da: Cannabis contro il cancro, arrivano nuove conferme | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2013/01/09/cannabis-contro-il-cancro-arrivano-nuove-conferme/#ixzz2KE47FBVX
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Informazione


riporto fedelmente dal sito 'Informare per resistere'



Cancro, virus dell’herpes riprogrammato per uccidere cellule tumorali


di Redazione FQ -
Il virus dell’herpes modificato e riprogrammato per uccidere selettivamente le cellule tumorali. La ricerca, appena pubblicata sulla rivista PLoS Pathogens, dimostra che il virus herpes oncolitico, realizzato dai ricercatori dell’Ateneo bolognese non è efficace solo quando viene somministrato direttamente all’interno del tumore, in condizioni di laboratorio, ma lo è anche quando viene diffuso per una via sistemica, per somministrazione intraperitoneale, quindi in condizioni operative clinicamente più realistiche.
Il risultato – informa l’Università di Bologna – rappresenta un ulteriore passo verso lo sviluppo di nuove terapie antimetastatiche per la cura dei pazienti colpiti da tumori del seno e dell’ovaio. Due gruppi di ricerca dei Dipartimenti di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale e di Farmacia e Biotecnologie dell’Università di Bologna lavorano da anni a questa terapia innovativa. Nel 2009, i ricercatori guidati da Gabriella Campadelli-Fiume, avevano ideato un virus derivato da quello dell’herpes, programmato per entrare selettivamente nelle cellule tumorali. Il virus modificato non aggredisce le cellule normali e non provoca quindi le classiche lesioni erpetiche alle labbra, ma è capace di riconoscere e distruggere i tumori del seno e dell’ovaio che presentano uno specifico marcatore (HER-2). Una patologia di cui ogni anno in Italia si riscontrano 42mila nuovi casi, con oltre 10mila mortali. “Molti scienziati nel mondo stanno cercando di produrre virus oncolitici, cioè che distruggono le cellule tumorali. Spesso le modificazioni operate, che rendono l’agente virale innocuo per l’organismo ospite, lo rendono anche scarsamente aggressivo nei confronti del tumore e quindi, dal punto di vista terapeutico, poco efficace” spiega la professoressa Campadelli-Fiume.
“Noi – prosegue Campadelli Fiume – siamo i primi a essere riusciti ad ottenere un virus herpes riprogrammato in grado di colpire le cellule tumorali con marcatore HER-2, senza infettare le altre cellule sane, indirizzando così tutta la sua capacità distruttiva solo sulle cellule malate”. Questa tecnologia è stata brevettata dall’Universitaà di Bologna. I nuovi studi hanno dimostrato che il virus modificato può curare topi di laboratorio portatori di metastasi di tumori umani all’interno dell’addome. Per farlo è stato messo a punto un ‘modello murino’ portatore di tali neoplasie che è stato usato per dimostrare l’efficacia del virus riprogrammato. Alla realizzazione del modello ha provveduto un team guidato da Pier Luigi Lollini in collaborazione con l’Istituto Rizzoli di Bologna. “E’ difficile studiare in laboratorio la diffusione metastatica dei tumori umani, – fa notare il professor Lollini – per questo abbiamo sviluppato un sistema-modello che riproduce nei topi la diffusione metastatica dei tumori dell’ovaio e del seno, consentendoci di testare nuove terapie antitumorali in condizioni che rispecchiano quelle umane.” Per il futuro, l’obiettivo è arrivare alla fase di sperimentazione preclinica e proprio per questo gli studiosi sono alla ricerca di ulteriori finanziamenti.


Tratto da: Cancro, virus dell’herpes riprogrammato per uccidere cellule tumorali | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2013/02/07/cancro-virus-dellherpes-riprogrammato-per-uccidere-cellule-tumorali/#ixzz2KE2eXs14
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riporto fedelmente dal sito 'Informare per resistere'


Cancro. Il palese fallimento della chemioterapia

Il Dr. Peter S. Nelson, membro del Fred Hutchinson Cancer Research Center, e il suo team hanno messo in evidenza l’importante ruolo dei fibroblasti, delle cellule non cancerose, nella cicatrizzazione delle piaghe e la produzione di collagene. Ma se si trovano nei pressi di un cancro e esposte alla chemioterapia, queste cellule subiscono alterazioni nel loro DNA e producono una proteina chiamata WNT16B che permette alle cellule tumorali di crescere e invadere i tessuti circostanti resistenti al trattamento. La produzione del WTN è aumentatata fino a 30 volte, un risultato di “totalmente inaspettato.”
Ma la più importante è che questa colpevole proteina è prodotta da cellule sane quando sono esposte alla chemioterapia. 
In questo modo la chemioterapia può indurre le cellule sane a produrre una proteina che alimenta il tumore e provoca resistenza al trattamento. Questo è un nuovo meccanismo scoperto da alcuni ricercatori americani che lavoravano sulla resistenza alla chemioterapia osservata in tumori metastatici del seno, prostata, polmone e colon. In conclusione, sarebbero quindi alcune cellule normali “incoraggiate” dalla chemioterapia, che favorirebbero la progressione del cancro . Questa scoperta permette di comprendere meglio il palese fallimento della chemioterapia, ancora negato dalla maggior parte degli oncologi.


Tratto da: Cancro. Il palese fallimento della chemioterapia | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/10/24/cancro-il-palese-fallimento-della-chemioterapia/#ixzz2KE1musq6
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giovedì 24 gennaio 2013

Di Stefano ricordo...



di Giuliana Deflorio





Di Stefano ricordo il piacere che aveva nel cucinare, mangiare e bere... e sono testimone di cene a base di gamberoni, con lui ai fornelli a servirceli, e di tante bottiglie di vino rigorosamente vuote a testimoniare quanto gli piacesse il succo degli dei.

Ricordo della sua grande voglia di fare festa, e la festa di matrimonio (sua e di Antonella) in trattoria per me è stata la prima (e ahimè unica) volta in cui mi sono divertita ad un matrimonio, perché è stata una festa fuori dal comune, l'esatto opposto di ciò a cui sono abituata quando vado ad un matrimonio 

Ricordo anche che spesso si accendeva per delle questioni che gli stavano a cuore, era difficile dialogare con lui e basta, per me lui era un tipo sanguigno

Ricordo che gli interessavano le persone, che era curioso di sapere ad es. di mio padre, anche se non lo ha mai conosciuto di persona, ma lo aveva sentito nominare da alcuni suoi colleghi di lavoro. Questo suo interesse mi ha colpito molto e mi ha fatto piacere.

PS: io Stefano me lo porto nel cuore e ho imparato a volergli bene soprattutto negli ultimi suoi mesi di vita, prima non riuscivo ad accedere al suo mondo, eravamo lontani, poi invece sono riuscita a vederlo.