lunedì 11 febbraio 2013

L'espressione idiomatica del gioco e della candela


La mattina, quando ti svegli, e cominci a respirare la luce del giorno

ti chiedi quanta forza avrai,

quanta forza ti accompagnerà per amarti e amare gli altri...

ti chiedi quanto riuscirai a capirti, quanto riuscirai a capire, quanto riuscirai a far capire....

quanto riuscirai a dare, quanto riuscirai a stimarti.

Ti chiedi per cosa vale veramente la pena di vivere?

Ti dai una risposta sincera?

Ti chiedi per cosa vale veramente la pena di lottare?

Ti chiedi?

venerdì 8 febbraio 2013

Sentite un pò....


Notizie che scivolano veloci nei principali telegiornali della sera...mentre tutti siamo comodamente impegnati nella nostra immancabile cena....

Notizie alle quali nessuna testata giornalistica concederebbe MAI la sua prima pagina....

Notizie che nessuna madre vorrebbe sentire pensando alle "paranoie" dei figli ai quali deve di NO...

Trovo tutto questo di una gravità inaudita .... 


E nonostante tutto ciò e tutto quello che accade intorno a noi, stamattina al bar, il principale problema di 2 amici che parlavano tra loro era il darsi da fare per reperire al più presto 'le uova di Pasqua' e di ricordarsi del regalino di San Valentino da dare alla moglie che "....sennò chi la sente QUELLA!"
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giovedì 7 febbraio 2013

Vi aspettiamo il 1 maggio

Vi aspettiamo tutti, amici del blog, amici di vita...il primo maggio a casa nostra.

Per ricordare, per stare insieme...


vi vogliamo bene





Informazione


riporto fedelmente dal sito 'Informare per Resistere'


Cannabis contro il cancro, arrivano nuove conferme


Con nuovi studi a confermarne l’efficacia, aumenta tra i ricercatori la convinzione che il cannabidiolo (Cbd) presente nella marijuana rallenta la crescita delle cellule tumorali e inibisce la formazione di cellule che nutrono i tumori, contribuendo così a combattere il cancro e le metastasi.
Già note, poi, le capacità di queste sostanze di ridurre il dolore, la nausea e altri effetti correlati alla malattia e alla chemioterapia.
Come riporta il Ne già nel 2007 uno studio del California Pacific Medical Center dimostrava come il cannabidiolo uccida le cellule tumorali nei pazienti con cancro al seno, distruggendo i tumori maligni e “spegnendo” il gene ID-1, una proteina che gioca un ruolo chiave nel diffondere il male alle altre cellule.
Questo gene, nei soggetti sani, è attivo solo durante lo sviluppo embrionale. Ma nei malati di tumore al seno, e di molti altri tumori maligni in stato avanzato, si è visto che questo gene è attivo e provoca le metastasi, favorendo il passaggio della malattia alle cellule sane. “ Ci sono dozzine di tumori aggressivi che attivano questo gene”, hanno spiegato i ricercatori, e il cannabidiolo riesce a fermarlo, presentandosi quindi come una cura potenzialmente senza precedenti: ferma il male come la chemioterapia ma, a differenza di quest’ultima, che uccide ogni genere di cellula che incontra e devasta il corpo e lo spirito dei malati, riesce a bloccare solo “quella” particolare cellula maligna.
La scoperta dell’efficacia di queste sostanze si deve a Cristina Sanchez, una giovane biologa della Complutense University di Madrid. Stava studiando il metabolismo cellulare, analizzando le cellule tumorali del cervello, che crescono molto più velocemente delle cellule normali. Per caso, notò che queste morivano ogni volta che erano esposte ai tetracannabinoidi.
Proseguì le sue ricerche dimostrando che il Thc induce l’apoptosi, ovvero la morte delle cellule di una forma particolarmente aggressiva di tumore cerebrale.


Tratto da: Cannabis contro il cancro, arrivano nuove conferme | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2013/01/09/cannabis-contro-il-cancro-arrivano-nuove-conferme/#ixzz2KE47FBVX
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario! 

Informazione


riporto fedelmente dal sito 'Informare per resistere'



Cancro, virus dell’herpes riprogrammato per uccidere cellule tumorali


di Redazione FQ -
Il virus dell’herpes modificato e riprogrammato per uccidere selettivamente le cellule tumorali. La ricerca, appena pubblicata sulla rivista PLoS Pathogens, dimostra che il virus herpes oncolitico, realizzato dai ricercatori dell’Ateneo bolognese non è efficace solo quando viene somministrato direttamente all’interno del tumore, in condizioni di laboratorio, ma lo è anche quando viene diffuso per una via sistemica, per somministrazione intraperitoneale, quindi in condizioni operative clinicamente più realistiche.
Il risultato – informa l’Università di Bologna – rappresenta un ulteriore passo verso lo sviluppo di nuove terapie antimetastatiche per la cura dei pazienti colpiti da tumori del seno e dell’ovaio. Due gruppi di ricerca dei Dipartimenti di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale e di Farmacia e Biotecnologie dell’Università di Bologna lavorano da anni a questa terapia innovativa. Nel 2009, i ricercatori guidati da Gabriella Campadelli-Fiume, avevano ideato un virus derivato da quello dell’herpes, programmato per entrare selettivamente nelle cellule tumorali. Il virus modificato non aggredisce le cellule normali e non provoca quindi le classiche lesioni erpetiche alle labbra, ma è capace di riconoscere e distruggere i tumori del seno e dell’ovaio che presentano uno specifico marcatore (HER-2). Una patologia di cui ogni anno in Italia si riscontrano 42mila nuovi casi, con oltre 10mila mortali. “Molti scienziati nel mondo stanno cercando di produrre virus oncolitici, cioè che distruggono le cellule tumorali. Spesso le modificazioni operate, che rendono l’agente virale innocuo per l’organismo ospite, lo rendono anche scarsamente aggressivo nei confronti del tumore e quindi, dal punto di vista terapeutico, poco efficace” spiega la professoressa Campadelli-Fiume.
“Noi – prosegue Campadelli Fiume – siamo i primi a essere riusciti ad ottenere un virus herpes riprogrammato in grado di colpire le cellule tumorali con marcatore HER-2, senza infettare le altre cellule sane, indirizzando così tutta la sua capacità distruttiva solo sulle cellule malate”. Questa tecnologia è stata brevettata dall’Universitaà di Bologna. I nuovi studi hanno dimostrato che il virus modificato può curare topi di laboratorio portatori di metastasi di tumori umani all’interno dell’addome. Per farlo è stato messo a punto un ‘modello murino’ portatore di tali neoplasie che è stato usato per dimostrare l’efficacia del virus riprogrammato. Alla realizzazione del modello ha provveduto un team guidato da Pier Luigi Lollini in collaborazione con l’Istituto Rizzoli di Bologna. “E’ difficile studiare in laboratorio la diffusione metastatica dei tumori umani, – fa notare il professor Lollini – per questo abbiamo sviluppato un sistema-modello che riproduce nei topi la diffusione metastatica dei tumori dell’ovaio e del seno, consentendoci di testare nuove terapie antitumorali in condizioni che rispecchiano quelle umane.” Per il futuro, l’obiettivo è arrivare alla fase di sperimentazione preclinica e proprio per questo gli studiosi sono alla ricerca di ulteriori finanziamenti.


Tratto da: Cancro, virus dell’herpes riprogrammato per uccidere cellule tumorali | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2013/02/07/cancro-virus-dellherpes-riprogrammato-per-uccidere-cellule-tumorali/#ixzz2KE2eXs14
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Informazione


riporto fedelmente dal sito 'Informare per resistere'


Cancro. Il palese fallimento della chemioterapia

Il Dr. Peter S. Nelson, membro del Fred Hutchinson Cancer Research Center, e il suo team hanno messo in evidenza l’importante ruolo dei fibroblasti, delle cellule non cancerose, nella cicatrizzazione delle piaghe e la produzione di collagene. Ma se si trovano nei pressi di un cancro e esposte alla chemioterapia, queste cellule subiscono alterazioni nel loro DNA e producono una proteina chiamata WNT16B che permette alle cellule tumorali di crescere e invadere i tessuti circostanti resistenti al trattamento. La produzione del WTN è aumentatata fino a 30 volte, un risultato di “totalmente inaspettato.”
Ma la più importante è che questa colpevole proteina è prodotta da cellule sane quando sono esposte alla chemioterapia. 
In questo modo la chemioterapia può indurre le cellule sane a produrre una proteina che alimenta il tumore e provoca resistenza al trattamento. Questo è un nuovo meccanismo scoperto da alcuni ricercatori americani che lavoravano sulla resistenza alla chemioterapia osservata in tumori metastatici del seno, prostata, polmone e colon. In conclusione, sarebbero quindi alcune cellule normali “incoraggiate” dalla chemioterapia, che favorirebbero la progressione del cancro . Questa scoperta permette di comprendere meglio il palese fallimento della chemioterapia, ancora negato dalla maggior parte degli oncologi.


Tratto da: Cancro. Il palese fallimento della chemioterapia | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/10/24/cancro-il-palese-fallimento-della-chemioterapia/#ixzz2KE1musq6
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