Per dire a chi mi conosce "vi voglio bene....ecco come va".
Per condividere con il mondo tutto quello che può aiutare a combattere il Tumore.
Per svegliarsi ogni mattina e dirgli "ANFAME SONO ANCORA VIVO"
Non è facile fermare con quattro
parole il ricordo che ho di lui. Stefano è Stefano, allegro, “caciarone”,
simpatico, amico sincero, generoso e con un cuore grande quanto il mondo,
“leggero” ma profondo, attento a tutto quello che gli girava intorno. Non gli
sfuggiva nulla….. quando era piccolo, dovevamo stare attenti a parlare davanti
a lui; apparentemente stava immerso nei suoi pensieri e invece era lì che
ascoltava tutto ed elaborava quello che vedeva e sentiva a suo modo….. e molto
spesso tutto questo finiva nei suoi temi a scuola!!!La fantasia di Stefano ha dato vita a temi
che letti ancora oggi hanno il potere di far morire dalle risate….”camminando
per le vie delle boscaglie, vidi un piccolo e semplice scoiattolo che lì per lì
scambiai per una vipera……” il resto non lo ricordo più tanto bene, ma era una
specie di visione degna di un “trip” da cocaina tagliata male!!! Ma lui era
così, quello che gli passava per la testa diceva.
I miei ricordi di Stefano sono
per lo più quelli della nostra infanzia, di un periodo bello e sereno, in cui
io e lui eravamo fratello e sorella, un rapporto normalissimo in cui ogni tanto
si litigava e poi ci si abbracciava.Ci
volevamo bene e tanto!!!!
Forse sarà perché si sta
avvicinando Natale ma in questi giorni mi torna sempre in mente il ricordo di
Natale a casa nostra. Era un momento familiare molto sentito; con mamma si
andava in soffitta a prendere gli scatoloni che contenevano tutte le
decorazioni natalizie…. la maggior parte venivano da casa di mamma, e noi,
figli della plastica, addobbavamo l’albero, rigorosamente vero, con le
decorazioni natalizie di vetro. Non erano semplici palle, no, c’era un fungo,
un uccellino, un cestino pieno di pannocchie e poi le lucine!! Una lunga
“collana” fatta di casette, campanili….. queste erano le decorazioni di nonno
Umberto, papà di mamma,il nonno che non
abbiamo mai conosciuto, ma che soprattutto in questo periodo dell’anno mamma e
nonna Tina non mancavano mai di raccontarcelo; e così come per magia, eravamo
tutti lì, nonna seduta sulla sua poltrona a dirigere i lavori, mamma e noi
bambini seduti per terra in mezzo a palline di ogni forma e di ogni colore e
anche se non lo vedevamo c’era lui, questo nonno mai conosciuto ma sempre molto
amato.
Dopo aver fatto l’albero e
decorato casa, arrivava il momento che noi bambini aspettavamo di più…. la
letterina a Babbo Natale; e non la dovevamo fare solo noi due, ma tutta la
famiglia. Inutile dire che quella in cui venivano chiesti più giocattoli era
quella di papà….. l’arco con le frecce, il trenino, l’aeroplanino …… ma questa
è un’altra storia.
Stefano in questo periodo dell’anno impazziva,
le lucine sull’albero, l’attesa di Babbo Natale, i regali da scartare, la
sorpresa che contenevano, tutto lo rendeva elettrico. Arrivava il 24 e tenerlo
lontano dai regali fino al giorno dopo diventava sempre più difficile. Persino
quando diventò più grande e Babbo Natale si tolse la maschera, Stefano rimase
sempre lo stesso bambino di qualche anno prima…. anzi più incontenibile!!! Mi
ricordo ancora mamma e papà che dovevano entrare di nascosto con i regali che
una volta portati dentro casa finivano sopra il loro armadio… Stefano allora
non era così alto e sembrava il posto più sicuro dove nasconderli; ma bastava
un attimo di distrazione e lo trovavi in piedi sopra il lettone, o su una sedia
per sbirciare tra i vari pacchi, osservare la carta e da quella cercare di
capire cosa nascondesse, infilare un dito tra le pieghe di una busta o della
carta per toccare la scatola. E quando finalmente arrivava il momento di
scartare, era lui che prendeva ogni pacco, lo scuoteva, pesava e lo consegnava
a chi era destinato, lui, sorridente, caciarone con quella sua risata
“rumorosa” che manca tanto a tutti quelli che lo hanno conosciuto.
Ecco Antonella, questo è uno dei
ricordi che mi sono venuti in mente, ce ne sono altri, ma forse, visto il
periodo natalizio che si sta avvicinando e visto anche il progetto che riguarda
Marco, mi sembrava il più appropriato. Io al contrario di tutti gli altri,
posso parlare solo di Stefano bambino, ma se non altro per i vostri figli
rappresento una memoria familiare che altrimenti rischierebbero di perdere
completamente.
La nostra famiglia, con i suoi
alti e bassi, con le sue contraddizioni, è stata una bella famiglia. Abbiamo
potuto godere di un breve periodo di serenità, ma quel periodo è stato
bellissimo, intenso, e al centro c’era lei, mamma, che si muoveva tra di noi,
con grazia, con un passo quasi di danza, che ci teneva per mano e ci preparava
alla vita. Anche quando le cose sono cambiate non ha mai perso di vista la sua
famiglia e i suoi figli, ma anche questa è un’altra storia……
Affacciata alla veranda della casa di Cibona parlavo e ridevo del mio futuro, con i miei più cari amici: Ferdi, Sere, Giò e Anto Dip.
Ad un tratto si udì provenire da laggiù, infondo alla discesa dove il cancello si chiude (o meglio si chiudeva...), il suono di una chitarra e poi, a breve ... la voce di Stefano che cantava una serenata........per me: "Nina si voi dormite..." un Classico della canzone popolare romanesca, vincitrice del concorso canoro di San Giovanni, nel 1901...nel suo stile da "uomo delle sorprese", ... dalla imperdonabile quanto disarmante tracotanza da romano, imprescindibile pennellata del suo caractère.
Li vidi avanzare a passo lento, a ritmo di questa dolce melodia.
Una situazione al limite tra il "buffo" ed il "romantico", tra l"impacciato" e l'"innamorato",.... Stefano era lì che cantava ed il Pelletti lo seguiva a ruota, con la chitarra.
Scena da film...ed invece era la mia vita!
Spesso nella mia vita con Stefano ho avuto la sensazione di vivere scene da film...ma il bello è che l'ho sempre seguito a ruota...non sono mai riuscita a pormi il problema della stravaganza di certe situazioni.
Stefano era un condensato di: "CHI MI AMA MI SEGUA.........A NUOTO!!!!!" (citazione di Lupo Alberto)
Tutti gli abitanti di Cibona si diressero fuori per capire da chi e da dove provenisse la musica. Marcella fu sorpresa e contentissima nello scoprire questo lato così profondamente sentimentale e al contempo inaspettato di suo figlio; ricordo ancora l'espressione di orgoglio materno sul suo volto, quella sera e tutti i giorni che seguirono. Marcella era proprio contenta!
Fatto sta che a quel punto, il cuore mi salì in gola e, colta da un indescrivibile attacco di vergogna (della serie: cosa x...ci faccio qui????) e timidezza ed emozione al contempo, corsi a nascondermi in casa, dietro una tenda ... che scema!!!
Da allora mi resi invisibile... non potevo vederlo, ma potevo ascoltarlo e lo ascoltai fino all'ultima nota, fino all'ultimo suono, fino all'ultimo fiato...con tutto l'amore che avevo in corpo. Di nascosto...
Non trovandomi se ne ritornò a Civitavecchia, a casa di nonno Fabrizio, a dormire...lui.
Io non so di preciso cosa stessi provando in quel momento, non so se rabbia, preoccupazione, euforia, stanchezza, shock, scetticismo... felicità...felicità? Ero felice.
Mi trovò Ferdi: "Puddu...che ci fai qui?" - mi disse -"...che scema!"...e aveva ragione, ero proprio scema....ma io sono scema e Stefano questo lo sa...
Così, io e la mia band di 'forestali' passammo la notte a girovagare prima per bar, poi per boschi ed infine a passeggiare sulla spiaggia di Civitevecchia, fino all'alba.
Rientrammo alle 5.00 del mattino e alle 6.30 avevo già le palpebre serrate ed il mio sonno era finito.
Alle ore 11.00 Stefano prendeva la mia mano per inziare il nostro cammino insieme...
LA SERENATA DI STEFANO PER ME
"Nina si voi
dormite..."
Nde 'sta serata
piena de dorcezza
Pare che nun esisteno dolori.
Un venticello come 'na carezza
Smove le piante e fa' bacià li fiori.
Nina, si voi dormite,
Sognate che ve bacio,
Ch'io v'addorcisco er sogno
Cantanno adacio, adacio.
L'olezzo de li fiori che se confonne,
Cor canto mio se sperde fra le fronne.
Chissà che ber sorriso appassionato,
State facenno mo' ch'ariposate.
Chissà, luccica mia, che v'insognate?
Forse, che canta che v'ha innamorato.
Nina, si voi
dormite,
Sognate che ve bacio,
Ch'io v'addorcisco er sogno
Cantanno adacio, adacio.
L'odore de li fiori che se confonne,
Cor canto mio se sperde fra le fronne.
Però, si co' 'sto canto, io v'ho svejato,
M'aricommanno che me perdonate.
L'amore nun se frena, o Nina, amate,
Che a fa' l'amore, no, nun è peccato.
Nina, si voi dormite,
Sognate che ve bacio,
Ch'io v'addorcisco er sogno
Cantanno adacio, adacio.
L'olezzo de li fiori che se confonne,
Cor canto mio se sperde fra le fronne.
Di
ricordi ce ne sono tanti, in questi giorni da quando ho letto il tuo
messaggio mi è piaciuto rivivere quei momenti e forse anche per questo
ho aspettato a rispondere . Tra i tanti mi piace ricordare io e Stefano di notte sulla sua Fiesta sgangherata diretti a Tolfa. Lì Ti ha cantato la serenata. Il giorno dopo Vi siete sposati. Ecco chi era Stefano. Poteva
apparire coriaceo, dai modi duri e scontrosi, ma aveva un cuore immenso
era un tenerone dolce e affettuoso.
Inimitabile, in tutto. Per tutti sono sempre stato Roscio, per Stefano ero Redde. Stefano era così fuori dal branco, forse una canzone può sintetizzare quello che penso di lui “Vado al massimo”. In tutta la sua vita mai ha arretrato ha sempre vissuto al massimo Anche dopo avere scoperto di essere malato non ha ceduto ma ha tirato dritto . Di
lui ho apprezzato e ammirato il suo coraggio, sapevo che era un uomo
forte, ma francamente quello che ha fatto dopo avere saputo della
malattia è veramente eccezionale. Ciao Stefano! Grazie Antonella !
Un ricordo solo
di Stefano è praticamente impossibile...
ogni volta che
mi viene in mente ho talmente tanti pensieri legati a tantissime occasioni
passate insieme...però come Enrico devo dire che i più ricorrenti o i ricordi
più sereni e che mi lasciano un sorriso in viso sono legati anch'essi alla
natura...
e si, proprio perchè secondo me Stefano negli ambienti naturali forse trovava
una sua pace interiore e si scherzava e parlava spensieratamente...
Perciò sia nei
boschi che circondano Cibona o i pratoni del Vivaro dove andavamo a fare le
passegiate con Igra e Pluto sono le immagini più ricorrenti e piacevoli...
2 pescatori di
fantasia (non abbiamo mai preso all'amo nessuna preda, ma appunto era una
occasione per starsene sdraiati a ridere osservando il cielo e annusando l'aria
fresca della campagna), 2 passeggiatori amanti degli animali che la sola
visione di Igra e Pluto scodinzolanti e complici ci rendevano estranei ad uno
stile di vita forse troppo stretto per noi...
Questi sono i primi venuti di getto ma sicuramente ne sto trascurando
tantissimi altri non meno importanti
E saluto come
solitamente facevamo noi al telefono per capirci al volo :
Tu vorresti una frase su stefano. Non è facile, devo ammettere.
Credo
che per noi di "Cibona" che lo abbiamo visto crescere, ma non conoscerlo
nel profondo come ovviamente te, ma anche i suoi più stretti amici, Stefano abbia rappresentato "la rivoluzione rumorosa".
Io così me lo
ricordo, battagliero, urlante, ed affettuoso.
Ma devo dirti che parlare
di lui mi commuove ancora moltissimo, mi da un senso di vuoto, ma nello
stesso tempo sono contenta di averlo avuto nella mia famiglia...
Un pensiero, un ricordo di Stefano…
Direi che
ho solo l’imbarazzo… della scelta, per cui, faccio ruotare le mani, uno,
due, tre, quattro, cinque, STOP! Il primo che mi viene in mente:
eccolo!
Io e lui sulla mia vecchia Panda bianca (o forse era
addirittura la 126 beige) a girovagare nelle bellissime campagne dei
Monti della Tolfa in cerca di rapaci, io alla guida, lui navigatore,
tutti e due con il naso all’insù, e all’improvviso lui che urlava (sai
che novità) “RAPACE!!!” con il dito puntato verso il cielo. Si fermava
la macchina, si scendeva insieme e si guardava un po’ io un po’ lui con
l’unico binocolo a disposizione. Gli ho insegnato io a riconoscerli ma
dopo un po’ era diventato bravo quanto me.
Stefano amava la
natura, moltissimo, il suo essere “selvaggio” era spinto molto più
avanti del consueto, si trovava sempre a suo agio tra i boschi o nel
mare, su un prato o su una rupe, con grande naturalezza. Lo considero
uno dei suoi grandi pregi, era qualcosa che ci ha sempre unito
tantissimo.
“Minuscoli esploratori di spazi inconsueti” – questo è
il mio pensiero; e questo, ti assicuro, è uno dei ricordi che ho più
cari di lui.
vi faccio una proposta: vi invito a fermarvi solo un attimo...sedetevi o appoggiatevi da qualche parte e pensate a Stefano. Scrivete un pensiero di poche parole su di lui... A cosa servirà? Devo darlo alla maestra Giulia, la maestra di Marco che sta portando avanti un progetto molto importante: aiutarci a costruire un bel ricordo di papà Stefano. Volete contribuire? Per il prossimo Natale vorremmo già avere in mano i mezzi adatti per "disegnare" un bel ricordo... Vi aiuterò a pubblicarli sul blog. Se non riuscite a scrivere mandateli al mio mail.... Ciao Anto